Tè Verde Matcha. Origini, usi nella cucina tradizionale e benefici per la salute.
Introdotto dai monaci buddisti intorno al nono secolo, fatto di una polvere finissima, unica al mondo, ottenuta da foglie raccolte esclusivamente a mano, successivamente trattate a vapore, il tè verde matcha (抹茶 nella lingua giapponese) è una bevanda salutare per il corpo e ristoratrice per la mente. Come afferma la Global Japanese Tea Association, è uno dei tè più tradizionali del Sol Levante. Scopriamo le origini, le caratteristiche, gli usi, la preparazione, e anche qualche controindicazione di una bevanda molto amata sia in Oriente che in Occidente, e che ha saputo fondere tradizione e modernità.
Il Tè Matcha: origini, preparazione e benefici per la salute
Il matcha è un tè verde giapponese dal gusto unico e particolare: a differenza di altri tè, anche di provenienza specificatamente orientale, non è fatto con foglie infuse, ma di una polvere finissima che viene ottenuta macinando a pietra le foglie di tè Tencha (le foglie di tè verde). Quando lo si consuma, si beve letteralmente l’intera foglia, e questa sua caratteristica peculiare lo rende molto più concentrato rispetto al tè verde tradizionalmente inteso. Personaggi del mondo dello spettacolo come Iris Law, Jacob Elordi, Selena Gomez, Adele, Justin Biber sono grandi appassionati del matcha, al punto da renderlo un vero e proprio fenomeno culturale. Per i manager e i lavoratori che operano nelle grandi città è diventato quasi uno status symbol, uno strumento relazionale per comunicare il proprio livello di sofisticatezza. Per non parlare di chi pratica fitness, che lo ha introdotto nella sua routine alimentare quotidiana. La sua popolarità è inaspettatamente esplosa, anche nel nostro paese, soprattutto nel corso degli ultimi anni, per due ragioni fondamentali. La prima ragione ha a che fare con il fascino della preparazione tradizionale, in special modo di una preparazione tradizionale orientale, mentre la seconda ragione riguarda le sue proprietà salutari particolarmente spiccate. Contenendo polifenoli, minerali e vitamine, questa tipologia di tè si è infatti rivelato un ottimo alleato contro l'invecchiamento cellulare e i radicali liberi, problemi che possono causare stress ossidativo e seri danni cellulari, contribuendo allo sviluppo di malattie croniche vascolari e neurodegenerative come diabete, cancro e invecchiamento precoce. In Italia il consumo di matcha non è ancora diventato un rituale quotidiano, come prendere il cappuccino al mattino, ma in tempi di accelerazione della diffusione delle mode, chissà, potrebbe diventarlo a breve.
Le origini: dalla Cina al GiapponeAnche se oggi il matcha è considerato uno dei simboli per antonomasia del Sol Levante, ed è infatti il protagonista della cerimonia del tè (Cha no Yu), la tecnica della macinatura delle foglie è originariamente nata nella vicina Cina durante il periodo della dinastia Tang (intorno al VII–X secolo). A quel tempo le foglie venivano cotte al vapore, pressate in mattoncini e poi ridotte in polvere. Fu però il monaco buddhista giapponese Eisai, nel XII secolo, a portare in Giappone sia i semi della pianta del tè sia il metodo di preparazione del tè in polvere della dinastia Song. Da quel momento il matcha divenne parte integrante della cultura zen e della cerimonia del tè giapponese. Un'appropriazione culturale? Forse è più corretto parlare di scambio culturale più che di vera e propria appropriazione.
Come viene prodotto il vero matcha giapponese
La produzione di alta qualità si concentra principalmente nelle zone di Uji (Kyoto) e Nishio (Aichi), aree storiche della coltivazione del tè in Giappone. Si utilizzano cultivar (varietà coltivate) specifiche come ad esempio Yabukita, Okumidori, Saemidori e Gokou, sempre del primo raccolto dell’anno (che avviene nei mesi di maggio-giugno). Circa 3-4 settimane prima della raccolta, le piante vengono coperte per ripararle dalla luce diretta del sole: questo processo complesso aumenta la percentuale di clorofilla e la L-teanina, riducendo la sensazione di amaro in bocca e conferendo al prodotto il caratteristico gusto umami, dolce. Dopo la raccolta, le foglie vengono cotte al vapore, essiccate (diventando Tencha) e infine macinate lentamente con mulini in pietra per ottenere la polvere ultra-fine.
Esistono due grandi categorie di tè matcha:
Matcha di tipo cerimoniale: il più pregiato, fatto con le foglie più tenere, dal colore verde brillante e sapore delicato; si beve puro.
Matcha di tipo culinario: più intenso e leggermente più amaro, ideale per cucina, dolci, gelati e latte matcha.
Come fare per riconoscere un buon tè matcha biologico dai molti e poco qualitativi surrogati esistenti al giorno d'oggi sul mercato? Be', bisogna focalizzare la propria attenzione sul colore, che deve risultare particolarmente vivo (quindi un verde smeraldo, non una tonalità giallognola oppure marrone), sulla texture, che deve essere setosa al tatto e, last but non least, sull’aroma fresco vegetale.
Come preparare il matcha in modo corretto
La preparazione tradizionale richiede tre strumenti fondamentali:
Chawan (ciotola ampia)
Chasen (frustino di bambù)
Chashaku (cucchiaino di bambù)
Attenzione, non usate mai il cucchiaino da cucina: questo perché i nostri cucchiai da cucina non riescono a sciogliere del tutto la polvere di tè, finendo per lasciare grumi o sedimenti sul fondo della ciotola, finendo per compromettere l'esperienza della degustazione.
Ricetta base per un matcha “usucha” (leggero):
1. Setaccia 1,5–2 g di matcha (circa 1 cucchiaino e mezzo) nella ciotola per evitare grumi.
2. Aggiungi 70-80 ml di acqua a 75-80 °C (non bollente).
3. Prima versa poca acqua e mescola energicamente con il chasen formando delle “M” o “W” fino a ottenere una pasta liscia.
4. Aggiungi il resto dell’acqua e continua a frustare fino a formare una leggera schiuma verde brillante sulla superficie.
Però fai attenzione, il matcha non è un farmaco né una "pozione magica" dimagrante che fa miracoli: certo, aiuta il metabolismo, ma solo se inserito in uno stile di vita sano, fatto di buon cibo e molto movimento. Soprattutto fai attenzione agli integratori. Molti integratori pubblicizzati come “brucia-grassi al matcha” contengono in realtà pochissimo matcha vero.
Controindicazioni
Ebbene sì, anche un prodotto così salutare deve essere assunto con sapienza e moderazione. Il matcha contiene una percentuale di caffeina più alta di un normale tè verde (circa 70 mg per singola tazza). Chi è sensibile alla caffeina oppure soffre di ansia, insonnia o problemi gastrici dovrebbe limitarne il consumo, soprattutto durante le ore serali. In gravidanza e anche durante il periodo di allattamento è consigliabile consultare il proprio medico curante. In conclusione, il matcha è molto più di una moda: è un tè straordinario quando è di buona qualità e quando viene preparato con cura, capace di regalare momenti di vera calma, benessere, ma anche di convivialità. Se cominci ora a interessarti a questa magnifica variante di tè, ti suggeriamo di scegliere un matcha cerimoniale: sentirai la differenza al primo sorso.